Revisione Caldaia o Bollino Blu: qual è la differenza

Con l’arrivo della stagione invernale è indispensabile sottoporre l’impianto di riscaldamento domestico ai controlli necessari previsti dalla legge, sia per non rischiare di incorrere in sanzioni, sia per mantenere l’efficienza della propria caldaia, evitando guasti e malfunzionamenti che, se trascurati, possono causare danni seri e costi elevati sia in termini di manutenzione che di consumi. La legge, in questo senso, è molto chiara e, come si suole dire, non ammette ignoranza. Vediamo insieme in cosa consistono i bollini verdi e quelli blu a proposito della caldaia. Ad aiutarci sarà la conoscenza di tecnici specializzati, consultabili su www.assistenzacaldaieromaeprovincia.it per assistenza su caldaie.

La revisione della caldaia

Quando ci riferiamo alla revisione vera e propria della caldaia, il termine tecnico più appropriato è quello di bollino verde: si tratta della certificazione che dimostra che l’impianto è stato sottoposto ai controlli necessari ad opera di tecnici specializzati nei termini stabiliti dalla legge. Nello specifico, secondo la normativa attualmente in vigore, si deve provvedere alla revisione del proprio impianto di riscaldamento ogni anno se la caldaia ha una potenza compresa tra 35 e 350 kw, mentre i tempi salgono a due anni in caso di impianti con un’alimentazione a metano, gas o GPL, con una potenza tra i 5 e i 35 kw.

Il cosiddetto bollino verde è obbligatorio per tutti quei comuni che presentano una popolazione fino a quarantamila abitanti e può essere di competenza della Regione o della Provincia, a seconda dei casi. I controlli relativi all’ottenimento del bollino verde sono indispensabili per il mantenimento del miglior livello di efficienza energetica, per il monitoraggio e l’eventuale contenimento delle emissioni inquinanti dell’impianto, ma anche per limitare le spese del riscaldamento. Inoltre, grazie a questi controlli periodici, è possibile contenere le spese degli interventi di manutenzione, oltre ad aumentare la vita dell’intero impianto.

Insomma, abbiamo a che fare con qualcosa di imposto per legge, ma come spesso capita, anche di utile per minimizzare i costi delle spese e migliorare le prestazioni della nostra caldaia; ecco perché si tratta di misure che non andrebbero mai trascurate.

Il bollino blu

A cosa corrisponde, invece, quello che solitamente chiamiamo bollino blu? Vediamolo insieme.

Il bollino blu rientra anch’esso nelle certificazioni ritenute obbligatorie, come il bollino verde, ma a differenza di quest’ultimo, che come abbiamo visto si riferisce all’avvenuta revisione dell’impianto, attesta che siano avvenuti i controlli sulla caldaia, in merito a efficienza e corretto funzionamento. Inoltre è importante anche per quanto riguarda le emissioni di sostanze inquinanti: infatti vengono controllati i fumi di scarico, che devono rispettare gli standard e i limiti imposti dalla legge.

Anche il bollino blu viene rilasciato unicamente da tecnici specializzati, incaricati di monitorare i fumi e la combustione della caldaia, la manutenzione della stessa e il controllo della pulizia del bruciatore.
Un’altra differenza rispetto al bollino verde di cui abbiamo parlato in precedenza, riguarda le tempistiche: si deve provvedere infatti al controllo annuale per tutti gli impianti a metano, GPL e a gas, con una potenza tra 35 e 350 kw (per quelli di potenza superiore si aggiunge anche il monitoraggio del rendimento a metà stagione).

Ogni due anni è previsto invece il bollino blu per impianti alimentati con combustibili liquidi fino a 100 kw di potenza, mentre i tempi salgono a quattro anni per tutte le caldaie domestiche con alimentazione standard a gas e con una potenza compresa tra 10 e 100 kw. L’ultima differenza tra i due tipi di bollino riguarda invece l’ambito di competenza: come si è visto, il bollino verde può essere di competenza di Regioni o Province, mentre per quanto riguarda il bollino blu, il suo controllo spetta al comune di residenza.